L’incontinenza urinaria, quella fastidiosa perdita.

Quali terapie? Bisogna sempre operare?
Esistono numerose terapie dell’incontinenza e la maggior parte di esse non sono chirurgiche.
• Stile di vita ed esercizio fisico.
Mantenersi in forma con un’alimentazione sana e un regolare esercizio fisico può contribuire ad un benessere generale e ad un miglioramento del tono della muscolatura del pavimento pelvico.
• Rieducazione pelvica. La terapia riabilitativa (esercizi di Kegel, coni vaginali a pesi crescenti) prevede esercizi specifici associati ad elettrostimolazione con lo scopo di rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e lo sfintere urinario. Risulta utile nelle forme di incontinenza da stress o nelle forme di prolasso lieve.
• Terapia farmacologica. I farmaci contro l’incontinenza da sforzo (duloxetina) servono ad aumentare il tono e la forza muscolare dello sfintere urinario. Possono trovare uno spazio nelle forme di incontinenza lieve anche se devono essere assunti sempre in quanto, alla loro sospensione, l’incontinenza urinaria tende a ripresentarsi. La terapia ormonale può essere suggerita alle donne che hanno raggiunto la menopausa per aumentare il tono muscolare e il trofismo dei tessuti vaginali. I farmaci utilizzati per trattare le forme di incontinenza da urgenza (anticolinergici e mirabegron) sono molto efficaci nel ridurre le contrazioni della muscolatura vescicale che determinano l’improvviso stimolo e la perdita di urina.

Terapie chirurgiche
ll trattamento dell’incontinenza da sforzo può richiedere un intervento chirurgico. Oggi, le tecniche più utilizzate sono quelle mini invasive rappresentate da iniezioni periuretrali di “bulking agents” (cioè sostanze che tendono a tenere chiuso il collo vescicale), palloncini periuretrali, e posizionamento di sling sub uretrali (cioè delle benderelle posizionate “ad amaca” sotto all’uretra in modo da impedirne lo scivolamento verso il basso. Questi interventi vengono eseguiti in anestesia spinale e richiedono pochi giorni di degenza. Tra di essi, il posizionamento degli sling sub uretrali fornisce un’alta percentuale di successo (superiore al 90%) nel lungo termine. In rari casi vengono richiesti interventi più invasivi e complessi come il posizionamento dello sfintere artificiale.
Per quel che riguarda il trattamento dell’incontinenza da urgenza, la prima scelta è sempre affidata alla terapia farmacologica con buoni risultati. Tuttavia, in alcuni casi, possono essere proposti dei trattamenti più complessi come la neuromodulazione sacrale (impianto di un elettrocatetere collegato ad un generatore di impulsi che trasmette una leggera stimolazione ai nervi sacrali) e l’iniezione della tossina botulinica all’interno della parete vescicale.