La Prostatite

Categoria II: prostatite cronica batterica

La prostatite batterica cronica è una condizione relativamente rara (< 5% dei pazienti con problemi prostatici). Tale condizione presenta solitamente il classico quadro delle infezioni del tratto urinario di grado lieve o moderato ( bruciori e dolori minzionali, algie perineali e genitali) con un carattere intermittente. I germi patogeni responsabili generalmente sono l’escherichia coli oppure il micoplasma, la chlamydia, il gonococco e i virus HSV e HPV.

I sintomi possono anche essere completamente assenti e il paziente può rendersi conto di questo problema durante gli accertamenti colturali, ad esempio per l’infertilità di coppia. Alla visita, è possibile apprezzare una prostata lievemente calda e dolorabile anche se, molto spesso, la visita risulta completamemte negativa.

Spesso i pazienti affetti da prostatite cronica mostrano valori di PSA elevati pur in assenza di neoplasie.

La terapia richiede cicli prolungati di antibiotici mirati con alta penetrabilità all’interno della ghiandola prostatica. Col passare del tempo il tasso di miglioramento supera il 50% circa.

Categoria III: prostatite cronica abatterica e dolore pelvico cronico (CPPS).

E’ una forma di prostatite caratterizzata da un dolore pelvico di causa ignota, che dura da almeno 6 mesi ininterrottamente. I sintomi solitamente presentano un carattere ciclico con dei periodi di miglioramento alternati ad una recrudescenza degli stessi. Il dolore può essere lieve o debilitante, e può irradiarsi dai glutei o dal retto, rendendo difficoltoso restare seduti. Spesso possono essere presenti dolore addominale, bruciore costante all’interno del pene, ai testicoli e al perineo, frequenza ed urgenza urinaria. L’eiaculazione può essere fastidiosa o dolorosa a causa della contrazione della prostata durante l’emissione del liquido seminale. Alcuni pazienti riportano un calo della libido, disfunzioni sessuali ed erettili. Gli accertamenti colturali (urino e spermiocoltura) sono generalmente negativi.

Ci sono differenti teorie riguardanti l’eziologia della CPPS, fra queste meritano una menzione le ipotesi autoimmune, ormonale, l’infiammazione neurogena e la sindrome del dolore miofasciale. Tuttavia, l’evidenza scientifica relativa a queste ipotesi si mantiene ancora modesta.

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