Tumore del pene

La diagnosi si basa innanzitutto su un accurato esame obiettivo dei genitali esterni, volto a verificare la presenza della lesione. E’ necessario quindi un prelievo bioptico per avere la certezza istologica della tipologia della stessa e poter proseguire col trattamento più adeguato. Una risonanza magnetica del pene in erezione, ottenuta tramite iniezione locale di prostaglandina E1, è utile per valutare l’eventuale invasione dei corpi cavernosi da parte del tumore. Altro aspetto fondamentale è la palpazione dei linfonodi inguinali, prima sede di eventuali metastasi. In assenza di anomalie palpatorie, un’ecografia può aiutare a riscontrare eventuali linfonodi anomali e può essere utilizzata anche come guida per una biopsia con ago aspirato. Qualora si riscontrino linfonodi inguinali ingrossati, l’esame TC, la risonanza magnetica e la PET-FDG sono esami utili per indagare la presenza di metastasi linfonodali pelviche e di eventuali metastasi a distanza. In pazienti metastatici e sintomatici, è indicata la scintigrafia ossea.

Il trattamento del tumore del pene primitivo è il più conservativo possibile tenuto conto delle dimensioni, della localizzazione e del rapporto coi tessuti circostanti. Fondamentale nel trattamento chirurgico è l’ottenimento di margini di resezione indenni da patologia, al fine di evitare recidive. Si spazia quindi da resezioni minime chirurgiche di malattia (effettuabili anche con tecniche alternative quali laserterapia, crioterapia) a resezioni sempre maggiori, quali glandulectomia, amputazione peniena parziale (se invasi i corpi cavernosi) e totale (se invasa l’uretra). Nel caso di malattia ulteriormente invasiva, la terapia prevede una chemioterapia neoadiuvante e, nei pazienti responsivi, un successivo intervento chirurgico. Nelle malattie avanzate e metastatiche, la terapia è la chemioterapia palliativa. La radioterapia è sia un’alternativa possibile per lesioni limitate (<4 cm) che un’ulteriore possibilità palliativa. La linfoadenectomia inguinale e/o pelvica, monolaterale o bilaterale, si effettua in caso di positività o sospetta positività dei corrispettivi linfonodi.