RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO: DA IERI A OGGI

Incontinenza urinaria, prolassi, dolori durante i rapporti, problematiche post operatorie, possono incidere sulla vita di una persona in maniera importante.

Già negli anni ’50, negli Stati Uniti, il pioniere della riabilitazione perineale A.H. Kegel, cominciò a proporre degli esercizi per prevenire e trattare problematiche come il prolasso genitale e l’incontinenza urinaria femminile. Negli anni ’70 venne divulgato il suo messaggio in Europa e anche qui, solo negli anni ’80, si cominciò a parlare di riabilitazione perineale. Per l’epoca l’argomento era ovviamente un tabù che rimase tale fino a giorni a nostri. C’era chi non credeva nella riabilitazione, chi non voleva toccare l’argomento per motivi di vergogna e chi quindi si rassegnava a sopportare problemi che condizionavano in maniera talora marcata la qualità della vita.

Siamo oggi nel XXI° secolo e, nonostante tutto, questi problemi rimangono sempre un po’ nell’ombra; eppure, la scienza procede nei suoi risultati, gli studi statistici ci confermano ottimi dati facendo aumentare l’interesse sull’argomento.

La riabilitazione del pavimento pelvico sta diventando oggi un trattamento ben definito e l’evidenza scientifica ha dimostrato come sia possibile,  superando gli imbarazzi,  ri- abilitare la muscolatura pelvica ovvero restituire quella abilità che per qualche motivo è stata disequilibrata.

In cosa consiste precisamente la riabilitazione perineale ?

È una tecnica finalizzata a migliorare il tono dei muscoli del perineo, cioè il diaframma muscolare che “chiude” inferiormente il bacino. Quando si parla di miglioramento del tono però, non si deve pensare a semplici esercizi di rinforzo ma a migliorare l’ELASTICITÀ  che è la parola chiave per raggiungere un ottimo risultato. Indipendentemente dal fatto che il muscolo sia ipotonico o ipertonico, l’obiettivo principale è appunto quello di far sì che un esercizio mirato e di lavoro attivo, guidato da un terapista della riabilitazione prima e successivamente dalla persona stessa in modo autonomo, possa far aumentare la consapevolezza di tale muscolo migliorandone quindi la mobilità e l’efficienza. La fisiochinesiterapia pelvi perineale aiuta quindi, in modo personale, il soggetto che presenta da piccoli a grandi problematiche. Tale aspetto è il punto di partenza iniziale per poter lavorare in modo proficuo. Una volta individuato il problema, dopo aver iniziato un lavoro attivo consapevole, si valuterà il percorso migliore per far sì che la persona possa arrivare al risultato auspicato. Tecniche di fisiochinesiterapia associata a consigli comportamentali relativi al problema e, se necessario, ad ausili elettromedicali come il biofeedback e l’elettrostimolazione funzionale, possono essere la chiave per migliorare o risolvere alcuni problemi che vincolano la tua vita.

Dott.ssa Federica Navilli

Ostretrica-Riabilitatrice