Primo embrione artificiale ottenuto da cellule staminali. L’esperimento su un topo

Era impossibile da immaginare solo 20 anni fa, ma il primo embrione completamente artificiale è una realtà. E’ di topo ed è artificiale perché non è stato ottenuto a partire dall’unione di un ovocita e di uno spermatozoo, ma da cellule staminali. Anche se in un futuro molto lontano si potrebbero immaginare esseri viventi artificiali, non è certamente questo l’obiettivo dei ricercatori: oggi l’embrione artificiale è solo un laboratorio unico per studiare le primissime fasi della vita, a partire dalla nascita della placenta e dei meccanismi con cui l’embrione si impianta nell’utero per dare il via a una gravidanza: processi che al momento sono poco noti, una sorta di ‘scatola nera’ della vita.

Pubblicata sulla rivista Nature, la ricerca è stata condotta in Olanda, nell’Istituto di Medicina rigenerativa dell’Università di Maastricht, dal gruppo guidato da Nicolas Rivron. Il punto di partenza sono state due famiglie di cellule staminali: quelle che danno origine alla placenta e quelle da cui si forma l’organismo. Poste le une accanto alle altre in provetta, le cellule hanno cominciato a comunicare e grazie a questo dialogo, mai finora osservato ‘in diretta’, le cellule si sono organizzate in una struttura simile a quella di un embrione nella fase iniziale dello sviluppo, la blastocisti, nella quale si forma la sacca che racchiude le cellule staminali.

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Fonte:huffingtonpost.it

Chirurgia robotica in urologia, Siu: Italia leader in Europa

Nella capitale la seconda edizione della “due giorni” creata dalla Società Italiana di Urologia interamente dedicata agli interventi chirurgici in diretta. Previste nella due giorni di lavori oltre 15 mila connessioni dall’Europa e altrettante dal resto del mondo.

Sono stati questi 18 mila gli interventi di chirurgia robotica in ambito urologico (soprattutto per la cura di tumore di prostata e vescica) in Italia nel 2017, con un incremento, sempre costante, dell’83% a partire dal 2006, e del 14% rispetto al 2016. Con questi numeri si può considerare l’Italia leader in Europa in questo campo. Non a caso è la Società Italiana di Urologia che, per prima, con l’evento ‘SIU LIVE’, giunto alla sua seconda edizione, ha internazionalizzato la propria specializzazione in robotica, facendo da capofila scientifica in Europa. “Da domani, per due giorni” annuncia la Siu, “saranno collegati tra loro 30 centri di urologia italiani che, insieme ad altri 15 di Europa e Stati Uniti, parteciperanno in diretta all’unico vero congresso ‘live’ di chirurgia urologica. A questi si attendono collegati da remoto oltre 15 mila accessi da parte di altri specialisti, sia dall’Europa che dal resto del mondo, Stati Uniti in testa. Una seconda edizione con molte novità rispetto alla prima: innanzitutto quest’anno gli interventi vengono eseguiti dai chirurghi nei loro ospedali di appartenenza, sia italiani che europei che statunitensi, con importanti vantaggi di qualità di sicurezza per il paziente, oltre che di garanzia per il chirurgo che potrà operare con il proprio staff. Inoltre, tutte le sedi sono collegate mediante fibra, a garanzia di immagini straordinarie in alta definizione. In questo modo nella sala ‘base’ di Roma sarà possibile per i partecipanti approfondire i vari punti di interesse grazie all’opportunità di poter porre domande agli operatori in tempo reale”. «L’urologia in generale e in particolare quella italiana – spiega il coordinatore e responsabile scientifico di SIU LIVE, Giuseppe Carrieri – resta leader nel campo della robotica. Ormai quasi tutti i centri principali, sua al nord che al sud, sono dotati della strumentazione tecnica necessaria, ma soprattutto sono collegabili con i centri che ancora non ne sono dotati. Dunque, sono già possibili interventi a distanza, senza cosi dover spostare chirurgo, staff e paziente da un ospedale all’altro. Perché deve essere chiaro che ogni passo avanti nella medicina e nella chirurgia deve essere a vantaggio esclusivo del paziente e della sua sicurezza». La grande novità di quest’anno è quindi la ‘residenzialità’ dei chirurghi, un passo fondamentale a tutela del paziente. «Quest’anno – prosegue Carrieri – gli urologi coinvolti operano ‘a casa loro’, e questo significa più familiarità con le attrezzature e più serenità per il paziente: qualsiasi possibile problema, anche minimo, nel decorso post operatorio, potrà essere risolto in modo più semplice e immediato». Si va insomma verso una telechirurgia strutturale, che ‘avvicina’ i pazienti alla struttura in grado di operare, lontana o vicina che sia, senza spostarli dall’ospedale in cui sono ricoverati.«Siamo molto orgogliosi per questa due giorni di chirurgia in diretta – conclude il prof. Carrieri – perché ci fa restare primi in Italia e nel mondo in questo ambito. Tutto ciò avviene di fronte ad una platea ‘reale’ di 400 persone, che sono poi molte di più collegate in diretta dai loro studi o dai loro dipartimenti ospedalieri. Ognuno può inviare domande, opinioni, intervenire per chiedere precisazioni. Un evento molto importante per la comunità urologica italiana e internazionale».

 

fonte: panoramasanita.it

Fecondazione eterologa, numeri raddoppiati

Le donne che utilizzano ovociti donati da altre per diventare madri sono drasticamente aumentate negli ultimi 10 anni in Inghilterra: se nel 2006 erano 1.912, nel 2016 risultano 3.924. Quasi un raddoppio, come emerge dalle stime dell’Autorità per la fecondazione e l’embriologia umana (Hfea) del Regno Unito. Ma il nostro Paese sembra non essere da meno. Per fare un raffronto con l’Italia, dove questa pratica è peraltro consentita solo dalla metà del 2014, i dati della Relazione sulla legge 40 del ministero della Salute parlano di circa 2.000 cicli effettuati con questa metodica nel 2015.

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Fonte: adnkronos.com

endometriosi

Marcia Mondiale Endometriosi ROMA

ENDOMARCH
Fondato e sponsorizzato da Drs. Nezhat & Family Foundation Camran Nezhat
Endometriosi: TEMPO DI CHIUDERE IL SILENZIO
IL 24 MARZO 2018 avrà luogo in più di 55 capitali mondiali la quinta marcia contro l’endometriosi.
A Roma si terrà una camminata pacifica che si snoderà per le vie del centro.
Il giallo è il colore della marcia e tutti i partecipanti sono invitati a munirsi di qualcosa di giallo, o la maglia ufficiale (da diembre/gennaio in vendita) ad una maglia gialla o una sciarpa…quello che avete :)
Le donne malate e le loro famiglie ed amici, manifestano per far conoscere la malattia e cercare di attirare l’attenzione del Ministro che si, ha da poco riconosciuto l’endometriosi nel LEA ma, ha messo alcuni esami che servono a poco e la divisione dei livelli non è corretta perchè si basa su rapporti di tanti anni fa e quindi non viene neanche presa in considerazione l’endometriosi infiltrante

fonte: rome.carpediem.cd

Nuovo farmaco per l’eiaculazione precoce

Tra qualche giorno verrà commercializzato il Fortacin, uno spray a base di prilocaina e lidocaina con una precisa indicazione per l’eiaculazione precoce.

Ecco i vantaggi: rapidità di azione (5 minuti), praticità di utilizzo (3 semplici applicazioni sul glande), scarsissimi effetti collaterali. La letteratura scientifica conferma ampiamente l’efficacia di Fortacin in termini di allungamento del tempo eiaculatorio, miglioramento del controllo dell’eiaculazione, miglioramento dello stress emotivo del paziente e della partner.

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Allarme medico: spermatozoi in calo vertiginoso

Secondo una meta-analisi in 40 anni si è dimezzata la concentrazione di gameti negli uomini occidentali. Le cause: inquinamento e stili di vita scorretti

È Scesa di oltre il 50%, negli ultimi 40 anni, la concentrazione degli spermatozoi negli uomini dei paesi occidentali. L’allarme lanciato da anni nel corso dei congressi europei dell’Eshre, è confermato da uno studio guidato dall’università Ebraica di Gerusalemme.I risultati  stati pubblicati su Human Reproduction Update.

Lo studio. I ricercatori hanno preso in considerazione 185 paper scientifici pubblicati dal 1973 al 2011. I dati si riferiscono a maschi che abitano in regioni occidentali agiate: Europa, America del Nord, Australia e Nuova Zelanda. Dall’analisi di queste pubblicazioni si rileva una riduzione della concentrazione degli spermatozoi del 52,4% e un calo del 59,3% del numero totale degli spermatozoi. Il calo è stato registrato durante i 38 anni dello studio: in pratica, la concentrazione media degli spermatozoi misurata all’inizio del periodo preso in considerazione, ovvero nel 1973, era pari a 99 milioni per millilitro, mentre, alla fine del periodo analizzato, cioè nel 2011, è risultata circa dimezzata (pari mediamente a 47 milioni per millilitro). Inoltre, il declino non si è mai arrestato durante i 40 anni analizzati.  Questo problema di salute era già stato evidenziato in alcuni studi precedenti, di cui il primo nel 1992 e da uno studio francese del 2012, anche se, secondo gli autori del paper odierno, queste ricerche risultavano ancora controverse, a causa di limiti oggettivi nell’analisi. La meta-analisi odierna supera molte di queste limitazioni e dà uno sguardo alla panoramica dei risultati ottenuti finora.

Le implicazioni. Se il calo della conta spermatica continuasse con lo stesso tasso di riduzione, dunque seguendo l’andamento osservato, l’essere umano potrebbe estinguersi, ha dichiarato alla Bbc l’epidemiologo Hagai Levine, primo autore del paper. In base ai risultati, infatti, aumenta la percentuale di uomini la cui fertilità è assente o si assesta sotto la soglia dei valori normali. Secondo i dati della Società Italiana di Andrologia, in Italia sono ben 250 mila le coppie non fertili e in circa la metà dei casi alla base vi è l’infertilità maschile. “Questo problema è aumentato costantemente negli anni, soprattutto nei paesi occidentali – ha commentato Antonino Guglielmino, Presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana – un fenomeno che non si osserva, o almeno non in maniera significativa, nell’uomo asiatico”.

Le cause. Ma perché questo problema riguarda soprattutto l’Occidente? “Una ragione valida, riguarda l’aumento degli “interferenti endocrini” nell’ambiente, ovvero delle sostanze chimiche, fra cui pesticidi, che agiscono sul sistema ormonale, sia durante la vita che in fase prenatale”. E questa interferenza, spiega Guglielmino, può contribuire a problemi futuri nella salute riproduttiva dell’individuo, soprattutto maschio. Sotto i riflettori vi sono anche abitudini non salutari e altri fattori ambientali comuni come il fumo, l’obesità e lo stress, le malattie sessualmente trasmesse.

Tratto da:

Le Repubblica – Salute.