Lungo, costoso e differenziato il percorso delle coppie che ricorrono alla Pma.
Anche l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita tende a crescere, sia quella degli uomini (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 del 2016) che delle donne (da 35,3 a 36,7 anni). E aumenta il tempo che trascorre tra i primi tentativi di concepimento e i primi dubbi (1 anno nel 2008, 1 anno e 3 mesi nel 2016). Mediamente dai primi tentativi al primo contatto con il medico sono passati 2 anni e 2 mesi, contro 1 anno e 8 mesi nel 2008. Il percorso si allunga ulteriormente per le coppie meno istruite e diventa di oltre 2 anni e mezzo. Inoltre, dopo il primo contatto con il medico trascorre oltre un anno (12,7 mesi in media) prima di rivolgersi a un centro di Pma. Una volta arrivate al centro, un terzo delle coppie attende in media meno di 3 mesi prima di accedere effettivamente ai trattamenti (si tratta soprattutto di coppie che si sono rivolte a centri privati: 49%). Il 42% delle coppie attende invece più di 6 mesi (e la percentuale raggiunge, in questo caso, il 61% tra chi si è rivolto a centri pubblici). Tra queste ultime, il 30% attende addirittura oltre un anno prima di accedere ai trattamenti.

Quanto costa la Pma?
Per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato le prestazioni interamente di tasca propria. Ciò accade soprattutto nelle regioni del Centro (dove la percentuale sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). La spesa media si aggira intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi invece ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Nell’opinione delle coppie le situazioni nelle diverse regioni sono differenziate sia in termini di qualità dei trattamenti (lo pensa l’80%) che di gratuità nell’accesso (74%). E mentre l’80% afferma che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti, il 76% ritiene che chi ha problemi di infertilità in Italia è svantaggiato rispetto a chi vive all’estero.

Ufficio Stampa Censis