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Il tumore del rene

Il tumore del rene rappresenta il 2-3% circa di tutte le neoplasie, con una maggiore incidenza nei paesi sviluppati. Vi è una predominanza degli uomini sulle donne con un rapporto 1.5 a 1 con un picco di incidenza tra i 60 e i 70 anni di età. Costituiscono fattori di rischio il fumo, l’obesità, la terapia antipertensiva e la familiarità.

DIAGNOSI
L’utilizzo delle recenti tecnologie diagnostiche (soprattutto l’ecografia) ha consentito una più frequente e precoce diagnosi delle neoplasie renali (tumori di dimensioni minori). La classica triade di sintomi: dolore al fianco, macroematuria (sangue nelle urine) e massa addominale palpabile, è oggi molto rara. La maggior parte delle masse renali sono asintomatiche e non palpabili se non in stadio avanzato di malattia; ciò comporta che più del 50% di esse vengano scoperte casualmente (diagnosi incidentale) durante accertamenti per altre patologie.

L’approccio tradizionale nella diagnosi delle neoplasie renali è legato all’uso dell’ecografia, TC o risonanza magnetica. L’ecografia è spesso utilizzata per una prima valutazione. Ha il vantaggio di non utilizzare radiazioni né mezzi di contrasto iodati, di avere un costo limitato e una ottima accessibilità. È utile per distinguere le lesioni cistiche da quelle solide o per monitorare la crescita e la struttura di una cisti. Tuttavia il suo potere diagnostico è basso per tumori di dimensioni inferiori ai 3 cm di diametro (67-79%) in considerazione delle caratteristiche morfologiche spesso indistinguibili dal tessuto sano.

La TC e la risonanza magnetica (che devono essere eseguite con e senza infusione di mezzo di contrasto) forniscono informazioni circa la forma e il funzionamento dei reni, l’estensione del tumore, la sua posizione, l’eventuale interessamento dei vasi renali, il coinvolgimento dei linfonodi e lo stato degli organi adiacenti.

In caso di dubbio agli esami radiologici, se tecnicamente eseguibile, può essere eseguita una biopsia in modo da avere una conferma istologica di malattia. Ciò è particolarmente utile nelle masse piccole che spesso possono risultare benigne. La scintigrafia ossea è un’indagine diagnostica che fornisce informazioni circa l’eventuale coinvolgimento osseo (metastasi scheletriche) ed è indicata in pazienti con dolori ossei o per completare in particolari casi la stadiazione.

TRATTAMENTO
In caso di tumori di dimensioni inferiori a 4-7 cm, se tecnicamente fattibile, il miglior trattamento è rappresentato dalla chirurgia conservativa, cioè dalla tumorectomia renale o dalla nefrectomia parziale. Nei restanti casi, viene generalmente eseguita l’asportazione completa del rene, cioè la nefrectomia radicale. Tale interventi vengono ormai sempre più spesso eseguiti con le moderne tecniche chirurgiche laparoscopiche e/o robot-assistite che consentono di evitare ampie ferite chirurgiche rendendo più rapido il decorso postoperatorio. In particolari casi, soprattutto in pazienti anziani o affetti da numerose comorbidità, piccoli tumori renali possono essere trattati con tecniche ancor più miniinvasive come la crioterapia e le radiofrequenza oppure, con la sorveglianza attiva, cioè col solo controllo nel tempo delle dimensioni e delle caratteristiche del tumore attraverso le metodiche di immagine, rimandando eventualmente ad un secondo momento un trattamento. Anche il tumore renale avanzato o metastatico può giovare del trattamento chirurgico soprattutto se associato a un approccio multispecialistico: la rimozione del tumore principale (debulking), infatti, migliora la risposta ad un successivo trattamento oncologico anti-angiogenetico.

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