Il Robot Da Vinci in Urologia: come funziona, quando, dove e perchè si usa sempre di più

Il Robot Da Vinci costituisce la più sofisticata forma di tecnologia applicata alla chirurgia. Dal 2000 ad oggi il numero di interventi robotici è stato in costante aumento in Europa e nel mondo. Negli USA, nel 2012, l’80% delle prostatectomie radicali è stato eseguito utilizzando il Robot Da Vinci, sostituendo pressochè completamente le tecniche chirurgiche tradizionali.

Ma cos’è e come funziona il Robot Da Vinci?

Il Robot è una piattaforma costituita da una consolle collegata ad un carrello, posto vicino al letto del paziente, che supporta 3 o 4 braccia robotiche (vedo figura). La chirurgia robotica è una forma di laparoscopia, cioè prevede il posizionamento di trocars nel corpo del paziente entro cui vengono introdotti degli speciali ferri collegati alle braccia robotiche. Il chirurgo, comodamente seduto alla consolle, grazie ad un sistema speciale di visione, può apprezzare un’immagine tridimensionale del campo operatorio e muovere, attraverso dei joysticks, le braccia e gli strumenti robotici.

Perché usare il Robot Da Vinci?

Queste caratteristiche tecniche del Robot, permettono di associare ai vantaggi della laparoscopia tradizionale (migliore decorso e più rapido recupero postoperatorio, ferite di minime dimensioni) una precisione chirurgica notevole migliorando i risultati soprattutto in caso di interventi che richiedano suture e ricostruzioni complesse. Inoltre, l’applicazione del Robot Da Vinci, permette di accorciare la lunga curva di apprendimento tipica della laparoscopia tradizionale rendendo questa tecnica più facilmente riproducibile (1).

Quando viene usato il robot Da Vinci in chirurgia urologica?

Chirurgia del tumore prostatico. E’ il tipo di chirurgia in cui la robotica viene maggiormente utilizzata. In base alla recente letteratura, infatti, l’impiego del Robot Da Vinci offre migliori risultati rispetto alle tecniche di prostatectomia tradizionali in termini di precoce recupero della continenza urinaria e di conservazione della potenza sessuale, trovando particolare conservazione della potenza sessuale, trovando particolare indicazione nei pazienti giovani affetti da tumore prostatico a basso e medio rischio (2-3).

Chirurgia conservativa del tumore renale. Le caratteristiche del robot Da Vinci favoriscono notevolmente il chirurgo nella fase di asportazione del tumore e di sutura del parenchima renale riducendo i tempi di ischemia (che potrebbero determinare una necrosi del parenchima renale sano) e i rischi di sanguinamento perioperatorio. Tali vantaggi permettono di estendere l’indicazione conservativa anche a quei tumori di dimensioni comprese tra 4 e 7 cm (4).
Chirurgia dell’uretere. L’utilizzo del robot Da Vinci nella stenosi del giunto pieloureterale permette una più semplice e precisa sutura dell’anastomosi tra pelvi renale e uretere riducendo il rischio di recidiva. Analogamente il robot può trovare valide indicazioni nella fase ricostruttiva successiva a resezioni ureterali per stenosi o neoplasia (ureterocistoneostomie o anastomosi termino-terminali) (5).
Chirurgia del tumore vescicale: la precisione garantita dal robot può aiutare il chirurgo soprattutto nella fase ricostruttiva successiva alla cistectomia, garantendo migliori risultati nel confezionamento, per via laparoscopica, di anastomosi uretero ileali o di una neovescica ortotopica (6).

Dove si usa il Robot Da Vinci?

Ad oggi, i centri italiani in cui viene comunemente utilizzata questa moderna tecnologia sono oltre 60 distribuiti principalmente nell’Italia centro settentrionale.